Kraftwerk

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Iuliia Mendel è stata la portavoce dell'amministrazione presidenziale di Kiev dal 2019 al 2021. Oggi in un articolo pubblicato dal Time esorta Zelensky a ottenere una tregua il prima possibile. Non la per ragioni politiche, dice, ma essenzialmente sociali. Secondo lei infatti è in ballo la sopravvivenza stessa della nazione ucraina. Solamente un cessate-il-fuoco può fermare l'emorragia di cervelli, di denaro e di speranza che affligge la popolazione. Poi vi saranno le trattative e il ritorno alla normalità, anche tramite elezioni democratiche.

 

Le bombe nucleari a gravità B61–12 sono ordigni di ultima generazione, sia strategici che tattici, con una potenza fino a 50 chilotoni. La loro realizzazione era stata lanciata già durante l’amministrazione Obama, per essere proseguite dal primo Trump e portate a compimento sotto Biden. L’amministrazione Dem aveva iniziato a portare in Europa e oggi il secondo Trump non pare intenzionato ad annullare questo programma. Secondo le informazioni disponibili, ne saranno piazzate 100 in basi europee di cui non è stato comunicato il nome, tranne che per Lakenheath in Gran Bretagna. Del lavoro su queste bombe ne ha recentemente parlato Jill Hruby, il capo della NNSA, agenzia del Dipartimento dell'Energia USA responsabile della sicurezza nucleare.

 

La UE ha emanato il quindicesimo pacchetto di sanzioni anti-russe il mese scorso, mentre Biden pochi giorni fa ha approvato l'ennesimo elenco di soggetti sanzionati che colpisce anche elementi terzi rispetto al Cremlino. Pur con tali crescenti limitazioni, Mosca è riuscita a riposizionarsi sul mercato delle risorse energetiche in maniera relativamente proficua. Ad esempio, l'Europa continuerà a comprare comunque il gas russo, se non quello naturale, allora il GNL siberiano. Il giornale finanziario americano Bloomberg ha consultato diversi esperti e il loro responso è proprio questo: le sanzioni non hanno fatto abbastanza male alla Russia per fermare la sua macchina da guerra e nemmeno per danneggiarla significativamente nell'economia.

 

Hanno dichiarato di averci messo anni a prepararlo e di aver stabilito la data della firma indipendentemente dalle elezioni americane. Quel che è vero, comunque, è che russi e iraniani hanno appena siglato un importante trattato di cooperazione bilaterale quasi alla vigilia dell'insediamento di Trump alla Casa Bianca. Trump, uno degli avversari più accaniti di Teheran, ma ora l'Iran ha intensificato i rapporti con l'altro Paese sotto pesanti sanzioni americani, la Russia.