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On Progress in Physics and Subjectivity Theory (libro)

@libri

Il libro è scritto sotto forma di dialogo tra Alice (il Watson, la spalla) e Bob (il pensiero dell’autore) ed è formato da tre parti: nella prima l’autore presenta lo stato dell’arte in fisica, afferma che ci si trova in un punto morto e che sarebbe meglio assumere che “everything we think we know about the world is wrong”; nella seconda presenta la sua teoria della soggettività, dove afferma che è il nostro cervello che man mano crea la parte del mondo che gli serve; la terza e più lunga prova a definire come si potrebbe ottenere un progresso in fisica, indipendentemente dalla teoria della soggettività. Questa terza parte è per me la più debole, perché dà tante informazioni che però mostrano che non c’è un vero principio unificante. Nella seconda parte, anche senza accettare la teoria, ho trovato parecchi spunti interessanti, tipo quando dice “Se una soluzione sembra troppo perfetta, senza problemi, il motivo è che probabilmente qualcosa ci ottenebra e ci impedisce di vedere i problemi”, e che “se le probabilità parlano di informazione per definizione incompleta, non possiamo considerarle qualcosa di fondamentale, ma un costrutto umano: utile ma per l’appunto un costrutto”. Sono meno convinto del suo affermare che se le costanti naturali sono “incredibilmente vicine all’esperienza umana” (sì, anche la costante di Planck. In fin dei conti è 10 elevato alla -35 metri: con gli infiniti numeri a disposizione un esponente 35 è poca roba): per me il fatto che i numeri siano infiniti è giusto un espediente.

Alla fine dei conti, però, la lettura è stata piacevole, nonostante a volte l’autore cercasse la battuta per il gusto della battuta. Credo che sia sempre utile provare a vedere le cose da un punto di vista diverso, anche se probabilmente errato.

(N. Otre Le Vant, On Progress in Physics and Subjectivity Theory, 2024, pag. 330, € 19,34, ISBN 9798876965103)
Voto: 4/5

 

The God Frequency (ebook)

@libri

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Il guaio di questo libro è che vorrebbe essere hard SF ma non ce la fa. Per me, la fantascienza hard è quella in cui si parte da ipotesi probabilmente impossibili e si comincia a costruire una cornice il più possibile scientifica che a partire da queste ipotesi crei un mondo plausibile. Qui troviamo invece pesanti spiegazioni su come funzionano i CB (o come si chiamino ora le trasmissioni radio amatoriali): pare quasi di leggere un manuale. Hemme avrebbe potuto tirar fuori qualche spiegazione più o meno scientifica su come funziona la Frequenza di Dio, ma non l’ha fatto; i personaggi sono piatti, e interagiscono esattamente come da manuale; persino la conclusione non ha in realtà molto senso, neppure date le premesse portate avanti nel testo. Peccato, perché l’idea da cui il libro è partito poteva avere sviluppi interessanti.

(Douglas Hemme, The God Frequency, self published, pag. 214, € 3,83, ISBN (cartaceo) 9798991467124 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 2/5

 

Sulla liquidità dei gatti

Se avete dei gatti, saprete perfettamente che riescono a passare attraverso pertugi davvero minuscoli, e infilarsi in scatole di dimensione minima. Scherzando, si dice spesso che i gatti sono liquidi. Beh, come si può leggere su Scientific American c’è stato un fisico che ha preso sul serio la battuta, forse per avere una scusa di non fare lavoro serio. Nel 2014 Marc-Antoine Fardin scrisse un articolo per il Journal of Rheology dal titolo “On the Rheology of Cats”.

Ma cosa vuol dire calcolare la liquidezza di un gatto? Ovviamente non lo versi da nessuna parte. Fardin ha così pensato di usare il numero di Debora, che definisce quanto un materiale ci mette a rilassarsi in una posizione stabile. Per definizione il vetro (che come sapete non è un vero solido…) ha numero di Debora 1; un solido ideale perfettamente elastico avrebbe numero di Debora infinito, e un liquido viscoso ideale lo avrebbe uguale a zero. Bene: secondo le sue misurazioni il valore dipende dall’età del gatto (quando mai un cucciolo sta fermo?) e dal luogo (avete mai messo un gatto su un trasportino?), ma con esemplari standard se per esempio un gatto si infila in una piccola scatola in cinque secondi e viene osservato in quella posizione per un minuto – esempio del tutto plausibile – il numero di Debora è De = 1/12 = 0,0833… il che mostra un indubbio comportamento da fluido.

Un’ultima curiosità: perché il numero di Debora si chiama così? Dalla Bibbia, Giudici 5,5: La sacerdotessa Deborah profetizzò “Si stemperarono i monti davanti al Signore, Signore del Sinai, davanti al Signore, Dio d’Israele.” E se i monti si sciolgono, nemmeno loro sono davvero solidi!