In Europa si sta parlando molto di riarmo e di rafforzamento degli eserciti nazionali nel breve e nel medio periodo. Per implementare un progetto del genere occorrono ingenti risorse finanziarie, di cui la maggioranza dei Paesi UE non dispone. Anzi, non è facile nemmeno per il Regno Unito, il cui premier Starmer ha rinnovato l’impegno di militarizzazione, ma ha anche ammesso la situazione poco rosea del budget di Londra. Da Bruxelles spingono per convincere i governi degli Stati membri a dare la priorità alla difesa rispetto a istruzione, sanità e welfare. La commissaria estone Kallas ha infatti spiegato che occorre assolutamente spendere di più allo scopo di prevenire la guerra. E in Germania, dove le imminenti elezioni inducono i candidati a parlare più delle necessità della cittadinanza che di quelle dell’esercito, il ministro della Difesa Pistorius insiste comunque sul tema. Per lui il 2% del PIL destinato alla Bundeswehr deve essere solo l’inizio di una crescita di tale spesa a ritmi e volumi molto superiori.